Fattura elettronica in pratica: come emetterla e gestirla

Come spesso succede quando entra in vigore una nuova disciplina legislativa, anche l’arrivo della fatturazione elettronica obbligatoria fra privati sta generando dubbi e domande sulla futura applicazione. L’obbligo di fatturazione elettronica fra privati scatterà il 1° gennaio 2019.

Il 24 maggio 2018 l’Agenzia delle Entrate ha chiarito molti interrogativi nel corso di un videoforum. Per la gestione del flusso attivo e passivodi fatturazione è necessario dotarsi di un software di fatturazione che abbia gli stessi requisiti di quello dell’Agenzia delle Entrate.

Come specificato dalla sezione F.a.q del sito ufficiale del governo sul tema, il Codice Destinatarioa sette caratteri, da usare solo per le fatture destinate a soggetti privati, potrà essere recuperato attraverso un nuovo servizio, disponibile sul sito www.fatturapa.gov.it alla sezione Strumenti – Gestire il canale.

Coloro che possono richiedere il codice sono i soggetti titolari di un canale di trasmissione già accreditato sul Sistema di Interscambio dell’Agenzia delle Entrate. È possibile richiedere più codici fino a un massimo di cento. Per i soggetti che vogliono invece ricevere le fatture elettroniche attraverso la posta elettronica certificata, si prevede l’uso del codice destinatario standard “0000000” ma deve venire indicata la casella di posta elettronica di ricezione nella fattura, nel campo PecDestinatario.

Secondo le precisazioni dell’Agenzia delle Entrate, l’emissione della fattura attraverso il software di fatturazione deve avvenire al momento dell’effettuazione dell’operazione, quando va anche trasmessa al Sistema di Interscambio. La fattura si considera emessa quando viene consegnata, trasmessa o messa a disposizione del cessionario. Il Sistema di Interscambio effettuerà successivamente dei controlli.

Se questi non vengono superati, viene emessa una ricevuta di scartoal soggetto trasmittente e in questo caso la fattura, o le fatture, non vengono considerate emesse. Vengono però concessi cinque giorni per trasmettere al SdI la fattura elettronica corretta. Se invece i controlli non trovano problemi e la fattura viene consegnata o messa a disposizione nell’area riservata del cessionario/committente, la fattura si considera emessa: la data di emissione è quella riportata nel campo “Data” della sezione “Dati generali” del documento, che è una delle informazioni obbligatorie per legge.

Nel caso di recapito tramite Pec, se questo fosse impossibile perché ad esempio la cartella è troppo piena o non attiva, il Sistema di Interscambio rende disponibile la fattura elettronica al cessionario/committente, nella sua area riservata e comunica questa informazione al trasmittente.

Come chiarito dall’Agenzia delle Entrate, dal prossimo anno si potranno conservare la fatture anche in formato pdf oltre che in xml, a patto che il contenuto sia identico. Le regole tecniche per l’emissione e la ricezione delle fatture elettroniche si possono trovare nel provvedimento dell’Agenzia delle Entrate del 30 aprile 2018.

 

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