GPA Group, ascoltare “le esigenze delle aziende e tradurle in servizi e processi informativi”

Oggi GPA Group racconta la propria realtà nelle pagine del quotidiano Il Sole 24 ORE.

«Noi lo facciamo ascoltando». È la frase, contenuta in un video aziendale, che meglio sintetizza il lavoro di GPA Group, holding specializzata nel progettare, implementare e mantenere servizi e soluzioni ICT in modo da gestire e facilitare il controllo dei processi informativi delle aziende. La holding è nata nel 2012, riunendo in un’unica governance team che collaboravano insieme già dal 1995: «E che hanno sempre fatto dell’unione di intenti — spiega il vicepresidente e amministratore Diego Barbisan — il loro punto di forza». Un lavoro, quello compiuto da Clickode Mea, Con.Se e Phoenix Technology, che ha permesso al gruppo di divenire un consolidato riferimento per la piccola impresa ma anche per la media industria e il player internazionale: «Amiamo definirci una enorme piccola organizzazione. Sostanzialmente infatti siamo una realtà non grande, ma abbiamo una struttura tale, in termini di personale e competenze, da poter affiancare nel loro lavoro, come del resto accade, anche qualificate multinazionali».
A completare il quadro aziendale i Senior Executives Massimo Cremonini, Eleonora Tagliani e Claudio Casano. «Le nostre proposte alle aziende clienti — spiegano — si traducono in soluzioni che possano rispondere pienamente alle esigenze delle attività in termini di architettura, funzionalità e ritorno dell’investimento». Le finalità sono quelle di centrare obiettivi concreti, misurabili e duraturi, perseguendo il miglioramento continuo, senza quindi fossilizzarsi sui risultati finora raggiunti.
Tre le divisioni di GPA Group: consulenza, tecnologia e servizi. Da queste nasce la filosofia GPA Group, che si sviluppa nel pay off “Connecting Minds”, che di fatto esprime il focus del lavoro: le persone. L’obiettivo futuro è «conservare il valore, attenti sempre a garantire continuità nel tempo. Crescere sì, ma “passo dopo passo”, lavorando con serenità. A noi piace la realtà in cui i colleghi si conoscono e si chiamano per nome. In questo contesto riteniamo si possa esprimere il massimo. E finora i risultati ci hanno dato ragione».